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Una nuvola di ceramica targata Japan. Al fuorisalone di Milano l’architettura diventa un’esperienza digitale eterea.

by francescopia. Average Reading Time: about 7 minutes.

È il 5 marzo e sono le ore 11:45. Una mail dal giappone richiede la mia collaborazione a un progetto molto speciale per il Fuori Salone di Milano. Il materiale scelto è impalpabile ed incredibilmente leggero, si chiama super organza. Mancano pochi giorni, bisogna correre e io non conosco neppure una parola di giapponese. L’inizio è stato più o meno così, il resto sono state conference call dalle 6:00 di mattina con il giappone e un incredibile lavoro di squadra!

Un velo di impalpabile super organza.
Dal racconto cinematografico dell’architettura monumentale del giapponese Kengo Kuma, alla realizzazione di un ambiente immersivo per il Fuorisalone di Milano. Video mapping, dispositivi multimediali, produzioni video e design strategico per realizzare un progetto nato dal dialogo tra Impresa e Università.

Un muro di ceramica in una rotonda?
L’opera Casalgrande Ceramic Cloud di Reggio Emilia è il tema attorno al quale si svolge l’esercizio allestitivo di Milano. Per spiegarlo meglio è necessario descrivere Casalgrande Ceramic Cloud (CCC). CCC è un’architettura monumentale, un muro fatto di piastrelle utilizzate verticalmente. L’architettura realizzata per i 50 anni dell’azienda sfrutta le caratteristiche strutturali della ceramica e crea un monumento che sembra un gioco simile ad un castello di carte. Attraverso il muro si intravedono delle finestre che si aprono sul cielo o sull’azienda. Il muro è immobile ma viene percepito in rotazione dagli automobilisti che percorrono la rotonda. Le superfici di ceramica bianche riflettono le infinite variazioni della luce, amplificate dallo specchio d’acqua. L’effetto di sospensione si traduce in stupore agli occhi dello spettatore. A prima vista l’opera sembra davvero una ‘Ceramic Cloud’, una nuvola di ceramica.

Qualche nota sulla restituzione video dell’architettura realizzata dal mio team di SV:
› immagini di dettagli e composizioni visive per valorizzare ‘le diverse trame’;
› immagini di tutte le condizioni luminose per valorizzare l’integrazione con il contesto;
› movimenti di camera molto lenti e fluidi per ricostruire la percezione in movimento.

La sfida: come raccontare l’architettura senza la sua materia?
L’idea del cliente e del gruppo di lavoro era quella di creare a Milano un ambiente più evocativo che descrittivo. L’obbiettivo era quello di anticipare il progetto attraverso l’allestimento per creare del tam tam mediatico e per riservarsi di invitare successivamente i diversi opinion leader (architetti e giornalisti). Questa idea nasceva dalla precisa volontà di mostrare il muro solo in un secondo momento (e dal vero) durante una successiva inaugurazione ufficiale in azienda.

Il committente: Casalgrande Padana
› sede a Reggio Emilia su più di 700.000 mq;
› oltre 1000 dipendenti;
› famosa per il grès porcellanato non smaltato;
› nel 2010 festeggia i cinquant’anni e realizza CCC.

La soluzione
Le idee dell’architetto giapponese sono state il punto di partenza del progetto a cui ho partecipato. L’opera architettonica monumentale realizzata da Kuma a Casalgrande è stata smaterializzata per la sua versione milanese al Fuori Salone. I diversi volumi del monolite sono stati evocati attraverso un velo di organza posto al centro del chiostro. L’aspetto materico del muro è stato frammentato in una moltitudine di ciottoli e tessere disposte a terra, ciò che si è instaurato è stato un dialogo tra yin e yang, una sorta di giardino zen.

La superficie diafana e fluttuante che si è venuta a creare con il velo di organza è diventata uno degli schermi su cui poter proiettare di notte. La moltitudine di ciottoli di marmo e tessere in ceramica disseminate tutt’intorno si é trasformata nell’elemento attrattivo e magico in cui la luce si moltiplicava riflettendosi.

Una comunicazione non verbale
A stento riuscivamo a trattenere l’emozione. Già i primi test avevano svelato un incredibile potenziale espressivo, ma è stato grazie al confronto con il team dello studio Kuma che ci siamo spinti oltre.

La leggerezza della super organza già bastava ad evocare una sospesa eleganza (di giorno), ma a questa sono stati aggiunti sassi e frammenti animati dalla luce delle proiezioni (di notte). Qui di seguito riporto schematicamente le 5 sequenze di video/luce:

  1. la scoperta (pochi sassi e pochi frammenti ed elementi grafici sul muro);
  2. predominanza di animazione dei sassi;
  3. predominanza di animazione dei frammenti;
  4. la creazione, sassi e frammenti insieme;
  5. il culmine e la fusione di sassi e frammenti per la creazione del muro.

Il progetto: materiali e caratteristiche funzionali
Per la realizzazione di Casalgrande Ceramic Yin-Yang, sono stati utilizzati 280 mq di organza su 900 metri quadri di pietre e frammenti ceramici. Il progetto di esperienza digitale si è sviluppato in diversi ambienti e dispositivi multimediali, vediamoli qui di seguito:

  1. cortile dei bagni de l’università statale con installazione video e mappatura di sassi e frammenti (vedi prospetto);
  2. piccoli chiostri adiacenti al cortile dei bagni dove sono stati posizionati 3 schermi, 4 proiezioni e 1 touchscreen;
  3. le vetrine della Rinascente con 4 diversi schermi attrattivi;
  4. la rete dove sono stati distribuiti in ordine (1) il video report del muro, (2) il video report dell’evento di Milano, (3) l’intervista all’architetto Kuma e (4) per finire il video di costruzione e cantiere.
Alcune proporzioni schermi – visitatori.
Proiezione su organza di 36 metri.

Sala A – retroproiezione costruzione.
226x172cm

Sala B – retroproiezione timelapse.
264x150cm

Video presso la Rinascente. Tre filmati posizionati in un allestimento della vetrina, avevano la funzione di comunicare il progetto e di spiegare il percorso pedonale per raggiungerlo.

Video o luce?
Per gli effetti luminosi sono stati utilizzati quattro video proiettori sincronizzati a testa mobile. Questa soluzione si è rivelata fin da subito vantaggiosa visto che ci ha permesso di risparmiare cavi, hardware ed elettricità (sarebbe stato molto complesso aumentare la portata dell’impianto). Successivamente la limitazione del numero delle macchine proiettanti è diventata uno spunto per esasperare il progetto creativo.

Le macchine sono state programmati per proiettare delle porzioni diverse di filmati nelle rispettive aree del chiostro. I filmati realizzati venivano calibrati ad ogni spostamento dalle macchine, il movimento rendeva difficilmente individuabile dagli spettatori la sorgente luminosa. L’effetto creava una reazione di stupore in tutto il chiostro.

Alcune immagini del making of, le proiezioni dal piano superiore del chiostro, la mappatura e la definizione delle sequenze. Rendere espressivi sassi e frammenti è sempre una bella sfida!




Una diffusione programmata
Il progetto, nato dalla relazione tra Impresa, Università e architetti è stato fin da subito strutturato come un’operazione di comunicazione corale. Studio Visuale ha avuto la fortuna di entrare a far parte della squadra e dunque realizzare non solo l’allestimento di Milano, ma anche la serie di filmati che è stata diffusa dal successivo lavoro di ufficio stampa.

Le fasi del progetto e la distribuzione dei filmati
1. ideazione e costruzione del progetto;
2. restituzione video del progetto;
3. allestimento di Milano, Rinascente e video report;
4. interviste a K. Kuma, A. Acocella, L. Alini;
5. convegno a Milano e video report del convegno;
6. inaugurazione CCC e intervista a Kuma;
7. video costruzione cantiere.

Conclusione
Chi è stato al fuori salone di Milano sa bene quanto sia caotico. La nostra sfida è stata quella di creare un ambiente ‘silenzioso e discreto’ che potesse ugualmente emozionare. È stato incredibile riuscirci. La più grande gratificazione è stata quella di cogliere lo stupore delle persone. Alcuni visitatori si sedevano nel chiostro e rimanevano li per più di mezz’ora, altri riuscivano abilmente a decodificare le varie fasi del racconto non verbale che andava in scena.

Passeggiando nel chiostro ho sentito una ragazza che diceva: “che bello solo dei giapponesi possono realizzare una installazione così suggestiva” ed io mi sono sentito un pelino meno provinciale :)

Risultati
Il progetto è stato pubblicato ovunque. Grazie a questo successo siamo stati convocati dall’Archivio Segreto Vaticano per realizzare la mostra ‘Lux in Arcana: l’Archivio Segreto si rivela’, ma questa è un’altra storia…

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Crediti
Cliente: Casalgrande Padana, un ringraziamento particolare a Mauro Manfredini, Nadia Giullari e Cesare Brizzi.
Design team: studio Kuma & Associati; J. Villar Ruiz, R. Umezawa, M. Piccinelli.
Progetto nato dal dialogo tra Università e Impresa: Alfonso Acocella Università di Ferrara, Luigi Alini Università di Catania.

Ideazione e realizzazione dell’allestimento digitale: Studio Visuale;
Project management e art direction per Studio Visuale: Francesco Pia;
Animazioni per Studio Visuale: Gabriele Rivoli ;
Progetto grafico touchscreen e scelta tipografia: Daniele Balcon;
Design team Studio Visuale: Tomaso Cariboni, Corrado Loschi, Michele Zannoni;
Supporto morale e psicofisico: Alessia Ferraro my love;
Service allestimento e consulenza creativa multimediale: 6to6 – Diego Moretto con Massimo Pasqualon
;

Videoproiettori: Robe Multimedia
, programmatore luci: Luca De Candido
;
Sound Design del videoreport: Federico Pelle – The Basement
Foto: Peppe Maisto
Comunicazione e ufficio stampa: Nadia Giullari, Elisa Grisendi, Sara Costi, Veronica Dal Buono.

Link di approfondimento
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